giovedì 17 maggio 2012

Diesse: didattica, innovazione scolastica, formazione e aggiornamento

Intervista a Fabrizio Foschi, presidente nazionale Diesse (Didattica e innovazione scolastica) e relatore alla Conferenza Nativi Digitali. Scuola, tecnologie e aggiornamento del corpo docenti.


Cos'è Diesse? 
Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica) è un’associazione di insegnanti costituita a Milano nel 1987, che si è rapidamente diffusa sul territorio nazionale. Attualmente conta circa 40 sedi locali, provinciali e regionali collegate alle sede centrale. 

Nata per rispondere a un’esigenza specifica (l’aggiornamento degli insegnanti), Diesse ha progressivamente maturato una consapevolezza che la porta oggi ad abbracciare l’insieme della condizione dei docenti negli aspetti didattici, educativi, culturali e politici. Lo strumento associativo, scelto dai promotori e ribadito nel tempo, esprime insieme le caratteristiche sostanziali di Diesse (la cultura professionale si realizza in un paragone continuo con esempi in atto) e quelle pubbliche, civili. 
Il contributo offerto dall’associazione alla scuola italiana in un’epoca di riforme degli ordinamenti e di ripensamento dei compiti dell’insegnante, è l’esistenza stessa di una soggettività che allarga gli spazi dell’educazione, fornisce giudizi e strumenti ed è riconosciuta come tramite della formazione dell’adulto che opera nella scuola. Questa è anche la ragione per cui Diesse è accreditata dal Ministero della Pubblica Istruzione come ente qualificato per la formazione. 

Qual è la sua mission? 
Diesse valorizza e promuove la professionalità e la dignità culturale degli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado. Il sostegno dei tentativi di tanti insegnanti che nella scuola assumono una responsabilità educativa nei confronti degli alunni, dei colleghi, dell’ambiente nel quale svolgono la loro attività didattica si realizza in vari modi: 

· Diesse propone a livello sia nazionale, che territoriale (dove è presente con le sue sedi), attività di aggiornamento e/o corsi di formazione su temi disciplinari e/o metodologici mediante una programmazione annuale che si può consultare sul sito dell’associazione (www.diesse.org); 

· offre per mezzo del sito aggiornato quotidianamente un’ampia gamma di pubblicazioni in formato on line, tra le quali: Didattica OnLine e Linea Tempo OnLine; 

· interviene con valutazioni e indicazioni sui temi caldi della scuola (riforme, contenuti e metodi dell’insegnamento, rilevazioni internazionali) mediante la newsletter settimanale (Libed.News) che si riceve gratuitamente; 

· documenta i temi della professionalità docente tramite la rivista trimestrale in formato cartaceo Libertà di Educazione che si riceve in abbonamento. Tra le principali iniziative di livello nazionale si possono ricordare: 

· L’annuale “Convention Scuola” nella quale sono inserite la Piazza della Didattica e le Botteghe dell’Insegnare (la prossima Convention si svolgerà a Bologna, nei giorni 13-14 ottobre e avrà come titolo: Protagonisti nella scuola. Per la crescita della società) 

· I Colloqui Fiorentini; ScienzAFirenze; le Vie d’Europa (www.diessefirenze.org ); 

· Il servizio di consulenza online per docenti “L’esperto risponde” 

Qual è il problema più grande che ostacola il funzionamento del processo di aggiornamento del corpo docenti? 
L’ostacolo più grande è costituito dal fatto che l’aggiornamento non è inserito in un piano di sviluppo della carriera docente. Eppure ci sono insegnanti, in giro per l’Italia, che rischiano quotidianamente la propria libertà e la propria professionalità nel confronto con la libertà dei ragazzi, mettono in piedi corsi di formazione per sé e per i colleghi, instaurano rapporti con le istituzioni spesso addormentate, creano centri di recupero scolastico e di aiuto allo studio. 

È su queste innovazioni già in atto nel tessuto più profondo della realtà scolastica che occorre porre le basi per un rilancio della professione docente. La ripresa della funzione docente non può avvenire solo attraverso meccanismi che si prefiggono di premiare il merito lasciando in ombra la persona del docente e il senso più profondo della sua professione. 

Le analisi più acute e le terapie più aggiornate finiscono per essere totalmente inefficaci se non si riparte dalla domanda sulla natura più profonda dell’insegnamento. La scuola nasce infatti per trasmettere una tradizione, una cultura, e ovviamente per consentire a chi apprende di vivere in un ambiente adatto a tale scopo. In questo senso il fulcro della trasmissione è la persona dell’insegnante che per la particolarissima modalità con cui l’essere umano apprende è al contempo insegnante ed educatore. 

La fuoriuscita dalla logica statalistica per cui il compito del docente consiste nell'assolvimento di un “ruolo” prestabilito e più o meno standardizzato (e non in una responsabilità che si gioca ogni giorno in modo nuovo) comporterebbe uno stato giuridico nuovo che ridefinisca funzione, reclutamento, formazione iniziale e carriera dell’insegnante italiano. 

A proposito di quest’ultimo punto (carriera del docente) si dovrà riconoscere l’inadeguatezza dell’unicità della funzione docente e prevedere una articolazione della professione, in relazione ai compiti che si assolvono nella scuola, soggetta a progressione economica, nonché a valutazione dell’impegno professionale che giustifica lo sviluppo della carriera. 

C'è chi dice che l'introduzione delle nuove tecnologie nella didattica si presti ad essere un ulteriore ostacolo all'aggiornamento degli insegnanti, disperdendo i fondi su una "non-priorità". Cosa ne pensa? 

Dobbiamo sempre ricordare che la rivoluzione informatica non rappresenta una delle tante mode didattiche ma propone un cambiamento nel paradigma conoscitivo che accompagna l’apprendimento di ciascun uomo. Proprio per questo essa può dare esiti positivi solo se affrontata tanto dal discente che dal docente. 

La scuola digitale, trasformata in una web community, può infatti correre il rischio di delegare alla novità informatica quello che è compito dell’educazione: comunicare l’ideale incontrato tramite la vita della persona. L’utilità di un mezzo dipende dalla capacità del manovratore di guidare lo strumento: in questo caso oltre che tecnicamente anche culturalmente. 

Così se nella scuola si abbandona l’uniformità del libro per l’infinita potenzialità dell’informatica, non si dovrà dimenticare che l’universo delle informazioni per avere senso ha bisogno di qualcuno che lo legga insieme ad altri. Detto questo, bisogna riconoscere che le nuove tecnologie manifestano, di riflesso, una mancanza di soggettività degli insegnanti, cioè di capacità critica: si spaventano degli strumenti virtuali semplicemente perché non vogliono incontrare e cambiare, perché incontrare vuol dir cambiare. 

Hai insegnato per 30 anni in un modo? Bene, ricominci! Non è colpa degli studenti, ma del tuo modo di non adeguarti ai metodi moderni. Se non hai soggettività, non sei capace di dominarli.

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