mercoledì 4 aprile 2012

I ragazzi sono il centro dell'esperienza educativa

Conversazione tra  Carlo Infante e il Sottosegretario al Ministero dell'Istruzione, Università Ricerca  Marco Rossi Doria (dal forum Eduskill di  IdeaTre60.it)

"Apriamo questo secondo ciclo di incontri con Marco Rossi Doria, Sottosegretario al Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca. Un protagonista della ricerca educativa, in particolar modo per la sua attività di maestro di strada nei Quartieri Spagnoli di Napoli.

(Carlo Infante) Le conversazioni che sto conducendo in questo forum, titolato EduSkill i nuovi modelli educativi, tendono a rilevare quelle modalità che s'attestano al di là dell'aspetto strettamente didattico.
Il mondo della scuola è la soglia per una nuova generazione che si affaccia la società.
E' il luogo dove si mettono alla prova le relazioni e le regole. E' il tempo che viene investito per una crescita che comporta sia crisi sia gratificazioni. Mi piace pensare la dimensione educativa come l'opportunità fondante per sapersi mettere in gioco, per tirar fuori la propria risorsa, la propria vocazione e non solo per mettere dentro informazioni strutturate. La dinamica del gioco è in questo senso una modalità straordinaria, espansa anche grazie alle attitudini multimediali, per sollecitare quei processi cognitivi rivolti alla cooperazione. Cosa pensi della definizione della scuola come palestra ludico-partecipativa?

(Marco Rossi Doria) Se per ludico vuoi dire che ci si deve divertire un po' per apprendere, allora è bene che sia ludico. Nel gioco c'è sempre qualcosa di serissimo che ha a che fare con le regole. Faccio un esempio. Con degli insegnanti si trattava del problema del Diritto, della Legalità. Allora io mi ero fissato con dei ragazzini di quartieri molto popolari, che giocavano con il Fantacalcio, quel popolarissimo gioco di simulazione sul calcio che spopola nel web. Il Fantacalcio ha delle regole molto capziose, c'è tutta una prospettiva del diritto là dentro. Magari in classe si parlava di Diritto e si urlava contro i ragazzi mentre intanto stavano preparando le formazioni per la partita di calcio da fare on line o il lunedì discutevano il punteggio in base alle regole che si erano dati. Mi colpiva come questi due mondi, quello del Diritto così come era strutturato nella testa dell'insegnante e quello dei ragazzi che lo stavano sperimentando giocando, non s'incontrassero.
Un insegnante deve saper tradurre, deve capire che i ragazzi sono il centro dell'esperienza educativa. Conta l'apprendimento. Sono loro che devono apprendere. E questo accade se li capisci, se sei sufficientemente empatico e ti metti nella loro testa.

( Carlo Infante ) L'insegnante come coach, come allenatore, come regista della comunità d'apprendimento, capace anche d'interpretare le nuove qualità multimediali dei ragazzi, quindi.

( Marco Rossi Doria) Alcuni sosterranno che così si sta troppo dalla parte dei ragazzi. Ma non è così. Si è portatori di conoscenze ma sono loro che devono apprendere. La negoziazione è indispensabile. Non si sta venendo meno all'impegno didattico. In fondo è un trucco che va adoperato, abbassi la guardia, vai e stai dalla loro parte per creare quel minimo di regole perché si possa parlare dell'oggetto dell'apprendimento. Tutto questo nella scuola c'è sempre stato, ancor più oggi con i ragazzi che sanno giocare on line con le informazioni raccolte dappertutto."

Continua...

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